Colesterolo, lo spauracchio delle analisi del sangue

Abbassarne il livello non è solo un questione di dieta. Conosciamo meglio questo composto per comprendere la sua importanza.

Colesterolo alto, che paura. Nonostante la dieta mediterranea sia tra le più equilibrate al mondo, grazie all’enorme varietà di alimenti, gli italiani non rinunciano facilmente al junk food e ad uno stile di vita non del tutto salutare. Sono i numeri riportati da Epicentro a denunciarlo: circa il 21% degli uomini e il 23% delle donne in età adulta, tra i 35 e i 74 anni, è ipercolesterolemico. Senza contare gli individui borderline, la maggior parte dei quali di sesso maschile, con una colesterolomia totale compresa tra i 200 e i 239 mg/dl.

Colesterolo buono o cattivo?

Il colesterolo è un composto appartenente alla famiglia dei lipidi che può essere sintetizzato dal nostro organismo o introdotto attraverso il cibo. Fondamentalmente non è dannoso ma, anzi, assolve diverse fazioni fisiologiche: contribuisce a comporre le membrane cellulari e a sintetizzare ormoniin primis testosterone e estrogeni, oltre che a produrre vitamina D e favorire l’assorbimento di diverse altre sostanze. Insomma, il colesterolo non è un nemico del benessere “a prescindere”.

Il composto viene trasportato nel sangue dalle cosiddette HDL, High Density Lipoproteins, e dalle “gemelle diverse” LDL, Low Density Lipoproteins, che durante il tragitto possono ossidarsi e depositarsi sulle pareti delle arterie. Un eccesso di queste ultime può dare vita a vere e proprie placche responsabili del restringimento dei vasi sanguigni. Se le placche si rompono, complici fattori come il fumo e l’ipertensione arteriosa, possono formarsi veri e propri trombi, che ostruiscono i vasi coinvolti. La conseguenza? A causa del “colesterolo cattivo” organi e tessuti non vengono debitamente irrorati di ossigeno, aumentando il rischio di ictus celebrale e infarto al miocardio.

I primi alimenti da bandire per una dieta sana sono quelli ricchi di grassi idrogenati, che diminuiscono le HDL e aumentano le LDL: li si trova nella margarina, nei prodotti da forno confezionati e negli alimenti fritti. Frutta, verdura, olio di oliva, legumi e pesce sono ricchi di Omega 3 e Omega 6, per ridurre il rischio cardiovascolare. Anche il consumo di carni grasse e insaccati andrebbe contenuto. Inoltre l’OMS suggerisce di praticare circa 20 minuti al giorno di attività sportiva aerobica, come jogging o nuoto.

A questi accorgimenti possono essere affiancati farmaci specifici, che inibiscano la sintesi di colesterolo e svolgano un effetto antinfiammatorio sulla placca arteriosclerotica. Chiedi consiglio al tuo farmacista di fiducia.

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